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Articolo a cura del Prof. Augusto Zaninelli, cardiologo – Come può un paziente avere un infarto del miocardio al mattino, un ictus cerebrale al pomeriggio e un attacco di asma alla sera? Semplice, perché è come se fosse vero, ma in realtà è un paziente virtuale, un manichino, un software, un attore su cui è possibile riprodurre malattie, situazioni patologiche e condizioni cliniche realistiche, affidabili, didattiche e riproducibili. La dinamica evolutiva delle organizzazioni richiede oggi la capacità di affrontare le sfide e il cambiamento attraverso un processo di informazione ed aggiornamento continuo. La motivazione a tale apprendimento dipende in buona parte dalle modalità con cui esso viene accompagnato. La professionalità di un operatore della sanità può venire definita da tre caratteristiche fondamentali:
– Il possesso di conoscenze teoriche aggiornate (il sapere);
– Il possesso di abilità tecniche o manuali (il fare);
– Il possesso di capacità comunicative e relazionali (l’essere).

Il rapido e continuo sviluppo della medicina ed, in generale, delle conoscenze biomediche, nonché l’accrescersi continuo delle innovazioni sia tecnologiche che organizzative, rendono sempre più difficile per il singolo operatore della sanità mantenere queste tre caratteristiche al massimo livello: in altre parole mantenersi “aggiornato e competente”. Da qui il continuo bisogno formativo, che, tuttavia, per essere moderno, al passo con i tempi, efficace ed efficiente, deve dotarsi di strumenti innovativi, di elevato contenuto scientifico e professionale ed ad alta qualificazione tecnologica.
La simulazione sta diventando sempre più importante nella formazione sanitaria, sono disponibili molti dati che affermano come la simulazione offra un contributo significativo ai metodi tradizionali di formazione medica. La simulazione è ampiamente considerata efficiente dal punto di vista della formazione e allo stesso tempo complementare alle iniziative in favore della sicurezza dei pazienti rilevante nel processo di formazione clinica. L’adozione formale della simulazione nei piani di studio per la formazione sanitaria sta cominciando a farsi strada. Tuttavia, poiché si possa comprendere a fondo il valore della simulazione, l’opinione prevalente è che i leader e i legislatori responsabili delle riforme nel settore sanitario dovrebbero, sulla base delle indicazioni fornite dai dati disponibili, considerare i vantaggi della simulazione con una visione all’integrazione (dove appropriato) all’interno dei piani formativi nel settore della sanità.

Definizione
Il termine “simulazione in sanità” corrisponde all’utilizzo di un materiale (manichino o software procedurale o role play con attori) che in una realtà virtuale crea un paziente standardizzato per riprodurre situazioni e ambienti di cura allo scopo di insegnare procedure diagnostiche e terapeutiche, ripetere processi e concetti medici, assumere decisioni da parte di una professionista della sanità o di un team di professionisti. La simulazione parte dal presupposto che serve ad apportare un miglioramento della sicurezza in una attività che comporta un livello variabile, ma a volte elevato di rischio. La simulazione viene considerata uno strumento pedagogico in grado di affrontare nella sua globalità tutti i campi dell’insegnamento in medicina, compreso quello dell’economia sanitaria.

Innovazione e formazione
William J Mayo nel 1927, scriveva: “Non vi è alcuna scusa oggi perché il chirurgo debba imparare sul paziente”. Il riconoscimento della necessità di metodi di insegnamento più efficaci e sicuri non è una novità, ma all’epoca di William Mayo non esisteva alcuna alternativa al sistema di formazione medica riassumibile in libri di testo, visite dei reparti e pratica. La simulazione medica non è certo una conquista nuova ed improvvisa.
Nel 1960, il manichino ‘Resusci Anne’ rivoluzionò l’addestramento per rianimazione cardiopolmonare non solo nella sua efficacia nell’insegnamento delle tecniche, ma anche nell’ambizioso obiettivo di insegnare questa tecnica salvavita a milioni di persone in tutto il mondo. Tuttavia, la simulazione medica nel contesto dei piani di studio per operatori sanitari è ancora agli albori e dove esiste è dovuta in larga misura ad una minoranza di individui e gruppi professionali che hanno dedicato tempo e risorse ad esplorarne i metodi e i benefici, sull’onda dell’attuale incremento della consapevolezza sugli errori medici e di un cambiamento dell’opinione sia pubblica, sia professionale di come sia inappropriato effettuare procedure e gestire eventi clinici per la prima volta su un paziente. è interessante notare che settori non medici che da tempo adottano sistemi di addestramento con simulatori, come l’aviazione, la produzione di energia nucleare e l’esercito (settori che hanno in comune con la sanità un rischio intrinseco), vengono largamente considerate organizzazioni improntate sulla sicurezza, con un’elevata affidabilità e con sistemi integrati di salvaguardia e un tasso di fallimento molto basso. Innovazione e formazione sono le due parole chiave, sulle quali si fonderanno i programmi professionali del prossimo decennio, soprattutto in una materia ad alta specializzazione e in progressiva rapida evoluzione, come le varie professioni in sanità.