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A cura del Prof. Fabio Firenzuoli – Fitoterapia si chiama quella branca della medicina che utilizza preparati vegetali, ovviamente definiti nella loro composizione, controllati dal punto di vista qualitativo, studiati nei loro meccanismi d’azione e nei loro effetti biologici, secondo le metodologie della medicina scientifica. Utilizzabili quindi, secondo le regole, anche in forma di medicinali.
E numerose sono le spezie oggi diventate materia prima utile per la stessa fitoterapia. Già nel Medioevo cannella, zenzero e chiodi di garofano erano usati per riscaldare e aiutare la digestione. Mentre la tradizione ci consente di sfruttare da sempre i frutti del Coriandolo, o del Cumino o dello stesso Finocchio per tisane “carminative” e digestive in senso lato, sfruttate dall’industria dei liquori, altre spezie sono pure utilizzate per infusi o decotti “riscaldanti, tipici del periodo invernale, ma la vera “magia” e il potere delle spezie risiede nella grande ricchezza di composti in grado, in alcuni casi, di prevenire e curare patologie vere.
Oggi stiamo cominciando anche a comprendere le motivazioni che stanno dietro al successo di queste piante, e a renderci conto che certi preparati vegetali presentano vantaggi rispetto ai singoli principi attivi proprio come succede in una dieta complessa e varia come quella mediterranea, che per la pluralità di costituenti, fornisce anche i migliori benefici attesi.
Ad esempio l’aglio ha funzioni anti-aggregante, ipocolesterolemizzanti, riduce l’insorgenza di alcune forme tumorali, ecc. Una alimentazione ricca di cibi piccanti, peperoncino in particolare, favorirebbe una riduzione significativa della mortalità, a conferma il valore di questi alimenti, che inoltre permettono di ridurre l’uso di sale e condimenti.

Gli effetti benefici del Peperoncino vanno oltre la sua nota attività benefica come digestivo, la capsaicina infatti è utilizzata come analgesico, per trattare la nevralgia posterpetica o la neuropatia dolorosa associata all’HIV, inoltre ha consentito di individuare i recettori del dolore per arrivare poi alla sintesi di nuovi farmaci utili anche per trattare l’emicrania.
Le spezie sono aromatiche per la presenza di Oli essenziali, una frazione di sostanze volatili, che si possono estrarre con metodi idonei, e che hanno una dimostrata attività antibiotica (Origano, Timo, Cannella, Chiodi di garofano, ecc.).
Non solo, potrebbero anche aiutare a contrastare il fenomeno dell’antibiotico resistenza.
In futuro antibiotici profumati? Presto per dirlo, ma la ricerca sta facendo passi da gigante, e il nostro gruppo sta pure lavorando per capire i rapporti interni tra la pianta e suoi endofiti nella sintesi attiva di nuove molecole antibiotiche.

Della Curcuma, oggi molto di moda, in realtà conosciamo bene le sue qualità antinfiammatorie e antiossidanti, legate alla capacità di inibire gli enzimi che favoriscono l’infiammazione. Non solo, ma anche i meccanismi complessi delle sue attività antitumorali, multi-target, sulle quali sono disponibili oggi migliaia di ricerche precliniche. E sta pure iniziando la ricerca clinica su pazienti oncologici, peraltro molto interessante, anche per le possibili sinergie con alcuni chemioterapici, nei confronti dei quali  quali potrebbe ridurre la tanto temuta resistenza da parte delle cellule tumorali.
Prezioso ad esempio lo Zafferano, ricco di principi attivi – crocina, crocetina, picocrocina, safranale – di cui sono comparse le prime interessanti ricerche  relative all’efficacia nella terapia di alcune sindromi depressive. Lo zafferano infatti ha un’ attività simile agli antidepressivi SSRI. Attive sono poi queste sostanze anche come antiossidanti ad effetto protettivo nei confronti della formazione di placche di amiloide tipiche della malattia di Alzheimer.

Il rizoma dello Zenzero ha invece proprietà  procinetiche, stimolando all’interno dell’apparato digerente i normali movimenti persistaltici dello stomaco e dell’intestino, esplicando inoltre un effetto antinausea e antivomito, probabilmente per opera del Sistema Nervoso Centrale sui recettori della dopamina e serotonina. Inoltre, studi recenti hanno confermato i suoi effetti  antinfiammatori sistemici grazie alla presenza dei suoi numerosi principi attivi: una volta assorbiti sono responsabili, mediante l’inibizione delle ciclossigenasi e lipossigenasi , della riduzione dell’infiammazione e del dolore nelle malattie reumatiche e nella cefalea.
E, giocando un po’ anche sulle parole, proprio “medicinali speziali” potrebbero essere chiamati  quelli ottenuti dalle spezie, in relazione ai loro aromi, alla complessità di composizione e anche di meccanismo d’azione. Speziali infatti sta a significare “speciali”, proprio come del resto in origine il significato primo di “spezie”, il cui valore medicinale le rendeva diverse appunto dagli altri aromi e condimenti. E non a caso le molte esplorazioni del passato (e le conseguenti importanti scoperte geografiche) nascono proprio dalla necessità di trovare nuovi mercati presso i quali acquistare spezie.