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A cura di Camilla Mencarelli – Si è svolta a Firenze dall’8 al 10 febbraio, presso l’Hotel Mediterraneo, la seconda edizione di Boot Camp, corso teorico-pratico di training avanzato con simulazione e valutazione della competence in pneumologia interventistica.
Questo importante congresso – che ha visto riuniti esperti nazionali ed internazionali del settore della pneumologia, con partecipanti provenienti da tutta Italia – si è rivolto ad gruppo selezionato con diversi gradi di competenza e diversi obiettivi formativi e focalizzato sulle procedure ecoendoscopiche per la diagnosi del tumore del polmone, sulle procedure endoscopiche e gli schemi farmacologici per il trattamento di Asma e BPCO. Procedure inserite all’interno di percorsi operativi delle relative patologie.

La strutturazione del training e la valutazione della competenza professionale in Pneumologia Interventistica è un tema molto sentito nel mondo e sta emergendo anche in Italia. Negli ultimi 20 anni è infatti notevolmente aumentato il numero di procedure in ambito pneumologico e la loro complessità tanto da far raccomandare un training aggiuntivo dopo la specializzazione. In particolare è necessario adottare criteri oggettivi per certificare il Pneumologo Interventista.

Altro importante problema sempre aperto è quello della modalità didattica: la maggior parte dell’apprendimento avviene attraverso modalità scarsamente efficaci che consistono nella somministrazione passiva di lezioni frontali e l’altra nell’apprendimento “see one, do one, teach one” con scarsi basi teoriche e scarsa esperienza pratica.

“Dopo l’esperienza dello scorso anno abbiamo organizzato – ha spiegato il Prof. Lorenzo Corbetta – la seconda edizione di Boot Camp, indirizzato ad una nuova tecnologia: le indagini con gli ultrasuoni.

L’ecografia endobronchiale è una nuova frontiera per la pneumologia in generale e in particolare per la pleumologia interventistica.
La grande novità è che siamo riusciti a miniaturizzare le sonde ecografiche e portarle all’interno del polmone per indagare su tutte le lesioni, su tutti gli organi endotoracici e sulla pleura. Si apre così una nuova frontiera anche per quanto riguarda le patologie della pleura, del polmone per la parte più periferica e nella diagnosi differenziale di varie malattie. La cosa buona è che così, molte procedure chirurgiche, diventano meno invasive attraverso l’endoscopia e permettono maggior confort per il paziente e minori costi.”

“Altro importante argomento trattato – prosegue il Prof. Corbetta – è stato quello dell’asma e dell’enfisema polmonare, patologie estremamente frequenti. Attraverso l’utilizzo di valvoline endobronchiali è possibile ridurre l’enfisema e migliorare quindi la qualità della vita dei pazienti. Con un piccolo intervento endoscopico chiamato termoplastica si può invece migliorare anche la sintomatologia dei pazienti asmatici.”

 

BOOT CAMP in Pneumologia Interventistica e nelle Patologie Polmonari Croniche Ostruttive – Firenze, 8-10 febbraio 2018

RESPONSABILI SCIENTIFICI
Lorenzo Corbetta
Professore Associato di Malattie Apparato Respiratorio Università degli Studi di Firenze
Coordinatore Master di II livello in Pneumologia Interventistica
Delegato Nazionale GOLD – Italia
Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi, Firenze
Marco Patelli
Professore a contratto di Pneumologia Interventistica
Università degli Studi di Bologna e Università degli Studi di Firenze
Specialista in pneumologia e cardiologia
Casa di Cura Madre Fortunata Toniolo, Bologna