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A cura della redazione – Un convegno a Pescara dedicato alla Fibromialgia, un’occasione per confrontarsi su una malattia fortemente invalidante di cui c’è ancora molto da dire e capire. Un momento per far parlare chi, con questa patologia, convive da anni. Troppi. È stata una giornata molto importante grazie anche alla presenza del dottor Stefano Gervasi, del professor Pio Conti  e Romina Rossoli per la sua toccante testimonianza.

Un convegno nel corso del quale il dottor Younes Ali ha sintetizzato in 5 elementi gli aspetti di questa malattia invalidante:

  • Esiste un’associazione di pazienti fibromialgici, composta di persone reali, che stanno male e che sono disperati con voglia di gridare al mondo il loro dolore; assetati di avere visibilità, condivisione e riconoscimento visto l’alto costo sociale della malattia. 
  • Qui entra in gioco una figura di grande spessore internazionale: il professor Conti e la ricerca scientifica che ha dato una  definizione immunologica della malattia, con coinvolgimento del sistema nervoso centrale ed espressione infiammatoria periferica con continue ricerche su meccanismi fisiopatologici e terapeutici. Quindi non è una malattia autoimmune, bensì una malattia causata da un avvelenamento del sistema immunitario.
  • La reale difficoltà di gestione della patologia da parte del Sistema Sanitario Nazionale, associata a una reale necessità di informazione e di formazione dei medici di famiglia, per dare una risposta efficace e efficiente ai pazienti.
  • Il Protocollo terapeutico multifattoriale, personalizzato, con una chiave centrale: il recupero del sonno ristoratore. Un recupero più o meno spontaneo e/o indotto farmacologicamente che provoca, insieme alla cannabis terapia, il ripristino del sistema endo-cannabinoide. Nonché supporto psicologico, Idrokinesiterapia, attività fisica piacevole e massaggi.
  • La nutrizione, importantissima, con miscela di aminoacidi essenziali associata a integratori e una dieta anti infiammatoria.

Come intervenire nel migliorare il tenore di vita dei pazienti colpiti dalla patologia invalidante? L’utilizzo della Cannabis terapia è una strada efficace. “Quando parliamo di Fibromialgia, è necessario parlare di terapia personalizzata – le parole del dottor Ali -. Mi spiego: di fibromialgici ho una casistica importante ma posso classificare 4 tipi di Fibromialgia in base al fattore che fa scatenare la malattia e per ogni tipo c’è una terapia e un dosaggio diverso. Se un paziente è al primo stadio, la cannabis non serve perché la malattia può rientrare con l’uso di integratori e attività fisica. Se siamo al terzo stadio, bisogna prendere in considerazione l’uso del farmaco. Qui entrano in gioco i suoi due principi attivi: il THC e il CBD (effetto antinfiammatorio importante) che vengono somministrati a seconda del tipo di dolore e, nel dettaglio, i THC non può essere assunto oltre certi livelli perché si rischia di entrare in altri campi. La cannabis oggi si trova ovunque, anche su internet ma voglio precisare che, in questi casi, di curativo non c’è nulla, è solo una questione ludica. Legalizzare la cannabis a fini terapeutici è un passo necessario? Non parlerei di legalizzare la cannabis perché le persone possono capire male. La cannabis è un farmaco, non una droga. È più giusto parlare di legalizzazione dell’importazione del farmaco cannabis grezzo per realizzare in Italia il medicinale. Ovviamente con tutti i controlli da parte dello Stato”.