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A cura della Dott.ssa Farah Daaboul e Ilaria Cacciapuoti – Il nostro microbioma intestinale contiene decine di migliaia di miliardi di microrganismi, tra cui almeno 1000 diverse specie di batteri conosciuti. Il microbiota può, in totale, pesare più di 1 kg. Un terzo del nostro microbiota intestinale è comune alla maggior parte delle persone, mentre due terzi sono specifici per ognuno di noi. In altre parole, i batteri del nostro intestino sono come una carta d’identità individuale. All’interno del nostro ecosistema microbico abbiamo sia batteri benefici che patogeni, i quali coesistono insieme in equilibrio.

Di seguito alcuni benefici dei nostri batteri “buoni”:

• Consentono la digestione di certi cibi che lo stomaco e l’intestino tenue non possono digerire.

• Producono alcune vitamine fra cui vitamine A,B e K.

• Aiutano a combattere le aggressioni di altri microrganismi, mantenendo l’integrità della mucosa intestinale.

• Svolgono un ruolo chiave nel sistema immunitario, eseguendo un effetto barriera.

• Consentono un corretto e sano funzionamento digestivo in quanto garantiscono l’equilibrio del microbiota intestinale.

È stato scientificamente dimostrato che uno stile di vita attivo, con esercizio regolare e moderato, influenza positivamente la composizione microbica, la salute dell’intestino, pertanto, è anche un punto focale nella ricerca sportiva, atteso che l’esercizio fisico troppo intenso può, paradossalmente, provocare sintomi intestinali come: disturbi nell’equilibrio del microbiota e danni all’integrità della mucosa intestinale, che può essere la causa principale di diarrea, crampi e gonfiore.

Un disturbo dell’equilibrio del microbiota (disbiosi) può essere dovuta a diversi fattori come: stress, dieta e stile di vita, cambiamenti ormonali e fisiologici come: la pubertà, la gravidanza, la menopausa e/o l’uso di antibiotici.

La disbiosi è presente in varie patologie gastrointestinali, come la malattia infiammatoria dell’intestino e malattie extra-intestinali, ad esempio: dermatologiche, come vitiligine, psoriasi e acne; oncologiche; psicologiche, come ansia, depressione e obesità. Infatti uno studio recente ha confrontato campioni di feci prelevate da 23 soggetti non obesi e 33 soggetti obesi. I risultati hanno dimostrato come le proprietà microbiche differiscano da soggetti obesi a non obesi, mostrando una chiara correlazione tra composizione microbica e obesità.

Vi sono varie prove scientifiche che dimostrano come il microbiota intestinale può influenzare positivamente il sistema immunitario e ridurre il rischio di malattie correlate. è anche attraverso il sistema immunitario mucoso dell’intestino, che il microbiota intestinale influenza l’attività immunitaria in altri siti del corpo, compreso il tratto respiratorio superiore. Quanto descritto è di grande importanza per gli atleti, considerato che i sintomi delle vie respiratorie superiori determinano la patologia più comune in essi, in particolare quelli coinvolti in esercizi intensi e prolungati o durante le competizioni.

Una crescente comprensione dell’interazione tra salute intestinale e metabolismo suggerisce che il microbiota può anche svolgere un ruolo importante nell’adattamento all’allenamento e alle prestazioni. Si può ipotizzare che la salute dell’intestino, attraverso il microbiota, contribuisca alle prestazioni sportive, con effetti sul sistema immunitario e sul metabolismo dei nutrienti. Da ciò consegue che un intestino sano può favorire prestazioni sportive ottimali.

Uno dei modi più semplici per influenzare la salute umana è la nutrizione. Infatti, oltre alla genetica e ai fattori ambientali, la dieta è uno dei principali motori del microbiota intestinale. Peraltro, uno studio con topi di laboratorio ha dimostrato che il passaggio da una dieta ricca di fibre e povere di grassi ad una dieta ricca di grassi e zuccheri semplici è stata in grado di modificare la composizione del microbiota in 24 ore. Questa scoperta dimostra che il microbioma intestinale può essere modificato in un breve periodo di tempo.

La dieta mediterranea è considerata una dieta sana ed equilibrata. Ricca di olio di oliva, frutta, verdura, cereali, legumi e noci; consumo moderato di pesce, pollame e vino rosso; scarsa assunzione di latticini, carne rossa, carne elaborata e dolci. Gli effetti della dieta mediterranea hanno mostrato un aumento dei livelli di batteri benefici, mentre il consumo abituale di una dieta ricca di grassi saturi e povera di fibre ha mostrato una netta diminuzione della popolazione microbica benefica.

Sebbene una dieta sana e ben bilanciata possa modulare la composizione microbica intestinale e soddisfare il fabbisogno giornaliero di vitamine e sali minerali, in caso di carenza certa, è possibile ricorrere ad integrazioni. Bisogna però accertare la carenza attraverso analisi di laboratorio, tenendo conto che un eccesso che va oltre il fabbisogno giornaliero di vitamine e minerali causa effetti collaterali e rischi di intossicazione.

In caso di squilibrio della microflora intestinale, supplementazioni di probiotici e prebiotici possono essere una terapia benefica per curare la disbiosi e le sue manifestazioni inter ed extraintestinali. In molti casi è importante analizzare la composizione individuale del nostro microbioma intestinale per trovare la cura più efficace. Questo è possibile tramite un test fecale non invasivo e avvalendoci della metodologia di sequenziamento del DNA di nuova generazione (NGS), che permette di studiare la composizione batterica intestinale e di verificare lo stato di salute locale e generale.