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Come prevenirla e cosa fare se la malattia ha preso il sopravvento La parodontite è un’infezione cronica del parodonto che, se trascurata, può portare alla perdita di tessuto osseo intorno ai denti. Spesso viene sottovalutata e questo fa sì che circa il 50% delle persone sopra i 50 anni ne sia colpito. La prima strategia per combatterla è la prevenzione, che passa per una quotidiana e accurata pulizia dei denti fin dall’infanzia. La seconda mossa è quella di sottoporsi regolarmente a visite di controllo, così da individuare subito i primi sintomi della malattia.

I 4 sintomi tipici della parodontite sono:

  • Alitosi
  • Sanguinamento e abbassamento delle gengive
  • Spostamento e mobilità dei denti
  • Sensibilità diffusa al caldo e al freddo

Oggi non è più necessario ricorrere sempre alla chirurgia per risolvere il problema. Grazie all’uso combinato e sistematico del laser è possibile curare la parodontite, evitando il fastidio dell’apertura delle gengive; inoltre il suo utilizzo consente anche di eliminare i batteri patogeni nelle zone difficilmente raggiungibili con l’utilizzo dei farmaci. La laserterapia è quindi un’ottima e valida alternativa alle terapie tradizionali. Ma quando la malattia ha preso il sopravvento e vi è la perdita di alcuni denti, l’impianto dentale è la migliore soluzione per ripristinare il sorriso perso e ridare denti fissi e funzionali come quelli perduti. L’impianto dentale è una vite in lega di titanio inserita nelle ossa mascellari che va a sostituire la naturale radice mancante sopra alla quale viene fissata la corona. Gli impianti possono sostituire sia singoli denti che più denti, fino ad arrivare a ripristinare, così, sia l’aspetto estetico che quello funzionale di tutta l’arcata. Molti pazienti, durante una visita odontoiatrica di implantologia, si saranno sentiti rispondere che non potevano inserire gli impianti dentali perché non avevano sufficiente osso.

In questi casi non occorre però rinunciare alla possibilità di avere denti fissi e funzionali come una volta. Presso i nostri studi è possibile gestire in modo efficace e risolutivo anche questi pazienti, utilizzando tecniche di rigenerazione ossea contestualmente all’inserimento dell’impianto, così da eseguire un solo intervento e una sola anestesia, riducendo i disagi e le sedute per il paziente. Anche le tecniche di inserimento di impianti zigomatici e pterigoidei possono risolvere i casi più estremi di atrofia. Concludendo, sottoporsi a regolari visite di controllo è il miglior modo non solo per curare i disturbi del cavo orale, ma soprattutto per evitare di incorrere in complicanze più importanti che possono compromettere il sorriso.