A cura della dott.ssa Annarita Chiarelli – Il polmone è la porta di ingresso abituale di agenti nocivi, ma è anche la via di eliminazione, barriera e di difesa; l’apparato respiratorio risulta quindi quasi sempre interessato per esposizione a polveri, fumi, gas, aerosol presenti nell’atmosfera degli ambienti di vita e di lavoro. L’asma occupazionale è una malattia respiratoria caratterizzata da broncocostrizione totalmente o parzialmente reversibile, iperreattività bronchiale e infiammazione delle vie aeree che si può risolvere in maniera spontanea o dopo trattamento farmacologico, causata da agenti asmogeni che possono essere presenti negli ambienti di lavoro.

Si possono avere tre possibili condizioni: asma dovuta ad agenti presenti esclusivamente nell’ambiente di lavoro, asma dovuta ad agenti ubiquitari ma concentrati nell’ambiente di lavoro e asma preesistente aggravata dall’esposizione lavorativa. Quest’ultima è sicuramente la condizione più frequente, bisogna quindi considerare per il lavoratore fattori predisponenti individuali quali fumo di sigaretta e atopia, ossia la predisposizione a malattie allergiche. La risposta all’agente asmogeno può essere immediata, ritardata o bifasica (immediata e ritardata). La sintomatologia dell’asma occupazionale non si discosta da quella dell’asma non occupazionale caratterizzata quindi da tosse secca, difficoltà respiratorie, sibili espiratori, senso di costrizione toracica e la cosiddetta sensazione di “fame d’aria”. In sede di visita medica di sorveglianza sanitaria dei lavoratori che presentano un quadro clinico compatibile con asma occupazionale è necessario indagare sul fenomeno arresto-ripresa, ossia l’arresto della sintomatologia, che è in genere il venerdì pomeriggio, e la ripresa, che è il lunedì mattina, quindi al rientro al lavoro. L

’asma bronchiale è la più frequente affezione polmonare di origine occupazionale nei paesi industrializzati; la prevalenza e incidenza sono in continuo aumento, alcune stime indicano che il 10-15 % di tutti i casi d’asma sia riconducibili a una causa lavorativa. Ad oggi però rimane ancora una patologia sottostimata. Gli agenti asmogeni possono essere sensibilizzanti e sono quelli che determinano una reazione mediata da un meccanismo immunologico caratterizzata temporalmente dalla presenza di un periodo di latenza tra la prima esposizione lavorativa e la comparsa della malattia, necessario perché il sistema immunitario si sensibilizzi alla sostanza: tali agenti possono comportarsi come apteni, e dar luogo ad un complesso immunogeno (antigene) in grado di portare alla formazione di anticorpi specifici (sia della classe IgE che non-IgE). Il legame dell’antigene con lo specifico anticorpo sulla superficie dei mastociti presenti nelle vie aeree dà origine ad una cascata di eventi che determina il reclutamento e l’attivazione di cellule infiammatorie.

Abbiamo poi agenti asmogeni irritanti, di solito sostanze chimiche come il fosgene, l’acido solforico, acido fosforico, solfato di idrogeno etc, che invece non determinano meccanismo immunologico e sono caratterizzati dall’assenza o dal breve periodo di latenza tra l’esposizione e l’insorgenza dei sintomi; questo tipo di asma è causato in genere da elevate concentrazioni di sostanze irritanti nell’ambiente di lavoro, come può accadere tipicamente a seguito di incidenti sul lavoro dove ci può essere lo sversamento nell’ambiente circostante: il meccanismo patogenetico è ancora in parte sconosciuto. A differenza dei casi di asma occupazionale dovuto ad un processo di sensibilizzazione, in questo caso l’allontanamento dal luogo di lavoro può non portare ad un miglioramento significativo nei sintomi.

La prevenzione ovviamente deve includere misure igieniche occupazionali che garantiscano la sicurezza dei lavoratori negli ambienti in cui c’è il rischio di esposizione ad agenti asmogeni; sarà necessario quindi il contenimento dell’inquinante, una buona ventilazione ambientale, la formazione e informazione del lavoratore in merito alle principali pratiche di sicurezza e l’uso di dispositivi di protezione delle vie aeree. Una delle tante categorie professionali che possono essere esposte ad agenti asmogeni è quella degli operatori sanitari: tra i prodotti contenente lattice in campo sanitario ricordiamo i guanti in lattice, anche se ormai dovrebbero essere sostituiti con guanti ipoallergenici come quelli in vinile o in nitrile. Il latex, che è la gomma vegetale estratta dal caucciù, può essere responsabile sia di fenomeni cutanei come l’orticaria che respiratori come l’asma appunto. Per ottenere dei guanti sottili e resistenti è necessario aggiungere, durante il processo di lavorazione, delle sostanze chimiche che insieme ai coloranti, ossidanti, acceleranti possono essere causa della comparsa di dermatite da contatto.