A cura del dott. Giacomo Trallori – A fine estate tutti i cortili e le case d’Italia profumano di famiglia, buon umore, di basilico fresco e salsa di pomodoro. Il pomodoro, soprattutto in Italia, è una verdura che si porta in tavola quasi tutti i giorni, grazie alle tante ricette nelle quali è possibile trovarlo. Il profumo deve risultare intenso, naturale e non alterato da componenti o trattamenti chimici, che spesso vengono effettuati per aumentare il periodo utile di consumo del prodotto. Per questo motivo vi consigliamo di acquistare sempre prodotti a km zero. Ogni anno ne mangiamo mediamente una cinquantina di chili a testa, sia in insalata sia sotto forma di sugo, e più raramente nella versione succo. Il pomodoro è costituito prevalentemente da acqua (oltre il 90%), contiene pochi grassi (solo lo 0,2%), proteine (1%) e zuccheri (3,5%), per un totale di circa 20 calorie all’etto.

Il pomodoro è ricco di vitamina A e C (quest’ultima contribuisce anche al suo gusto un pò acidulo) e ha una buona dose di potassio e di sodio. Negli ultimi anni poi, il già amato pomodoro sta vivendo una sorta di seconda giovinezza grazie all’attenzione che i nutrizionisti hanno riservato a una sostanza, il licopene, concentrato soprattutto nella buccia: questo elemento è un carotenoide che sembra utile nella prevenzione di alcuni tumori, come quello alle ovaie. In particolare, questa sostanza avrebbe un effetto protettivo sulle donne che non sono ancora in menopausa. Il licopene è un valido alleato anche per combattere gli effetti dell’invecchiamento e la perdita di elasticità dei tessuti (che si verifica, per esempio, dopo una dieta con la comparsa delle smagliature), perché è un potente antiossidante.

Stando ad alcuni esperti, non esisterebbe addirittura un farmaco efficace quanto il pomodoro contro i radicali liberi, responsabili del danneggiamento delle membrane cellulari. L’organismo umano non è in grado di sintetizzare il licopene e l’unico modo di assumerlo è tramite l’alimentazione. Alcune ricerche hanno dimostrato che il modo migliore per far assumere il licopene all’organismo è cuocendo il pomodoro e trasformandolo in sugo o salsa: in questo modo si esalta il suo potere antiossidante. Come evidenziato da una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica International Journal of Cancer, inserire abitualmente nella dieta settimanale un piatto a base di pomodoro, come la pasta o la pizza, significa ridurre in maniera considerevole il rischio di tumore dell’apparato digerente.

Una seconda ricerca, condotta dalla Harvard Medical School su 48.000 uomini, ha rilevato che chi consuma alimenti a base di pomodoro più di due volte alla settimana, vede ridursi del 34% il rischio di cancro alla prostata rispetto a chi non ne consuma affatto. In generale i pomodori non presentano particolari effetti collaterali e controindicazioni, e possono essere consumati anche da soggetti con problemi alimentari o di allergie. È però importante evitarli se si soffre di allergia al nickel o alle solanacee. I pomodori infine possono peggiorare i sintomi della malattia da reflusso se consumati crudi; da cotti non nuocciono. Anche nella patologia diverticolare si sostiene che vadano consumati con attenzione (magari privandoli della buccia e dei semi) ma in realtà non ci sono studi scientifici che affermino questo concetto. Questa parodia viene solo dalla tradizione popolare che a volte è sofisticata nella difesa delle malattie. Aumentare il consumo di pomodori nella dieta non può che far bene alla salute, spiegano i ricercatori del National Center for Food Safety & Technology dell’Illinois Institute of Technology, che hanno lavorato in collaborazione con gli esperti dell’azienda ConAgra Foods. In un articolo pubblicato su American Journal of Lifestyle Medicine, spiegano infatti che i pomodori difendono dall’insorgenza alcuni tipi di cancro, hanno funzioni antitrombotiche e antiinfiammatorie che prevengono le malattie cardiovascolari, rinforzano le ossa contro l’osteoporosi e aiutano la pelle a difendersi dai danni causati dai raggi ultravioletti.

Esistono vari tipi di confezioni di pomodoro in bottiglia:

1) Il succo di pomodoro (per essere bevuto così come è);

2) La polpa di pomodoro (per uso in cucina, prodotto con pomodoro fresco);

3) La passata di pomodoro (per uso in cucina, e che già ha avuto una cottura).

Forse potrebbero contenere piccole quantità di sostanze, come zucchero o sale, utilizzate per migliorare la conservabilità, ma non sono necessarie, in quanto dovrebbe bastare il trattamento termico. In generale in questi tipi di prodotti non ci sono conservanti particolari. Se ci sono, questi sono riportati nell’etichetta. Un’ultima considerazione per la salute. La consolidata abitudine italiana di preparare conserve in ambito domestico, che trova la sua massima espressione soprattutto nel Meridione, ha ritrovato vigore negli ultimi anni, anche in considerazione della crisi economica (si pensi ad esempio agli studenti fuori sede che tornano a casa e ripartono con i barattoli preparati da nonne e mamme), ed è responsabile della quasi totalità dei casi di botulismo alimentare in Italia (solo l’8,5% dei casi confermati dal 1984 ad oggi riguardava prodotti industriali).