A cura della Dott.ssa Lucilla Lastrucci – Sono circa dieci milioni gli italiani che hanno vissuto almeno una volta l’esperienza di un Attacco di Panico (AP): una profonda paura associata ad un corredo di sintomi principalmente fisici. Quando gli attacchi sono ricorrenti e accompagnati da uno stato d’ansia legato al timore che l’episodio possa ripetersi, si struttura un vero e proprio disturbo. Questa ansia è detta anticipatoria ed è legata alla “paura di aver paura”.
Come si presenta
Il Disturbo di Panico (DP) può esordire in qualunque momento della vita e può spingere chi ne soffre a evitare di compiere determinate attività specie se prevedono la presenza di numerose persone o di spazi aperti. La vita subisce notevoli cambiamenti. L’AP può presentarsi con vari sintomi: palpitazioni, dolore al petto, battito accelerato, tremori, parestesie, difficoltà a respirare, vertigini, sudorazione, paura di impazzire, di morire, di perdere il controllo. Si possono manifestare pochi o molti di questi sintomi, che raggiungono il massimo dell’acuzie in 5 -10 minuti e tendono a risolversi in circa 30 minuti, ma sono comunque molto variabili e possono sopraggiungere anche di notte.
Cause
Le cause di questo disturbo sono diverse: una predisposizione familiare, la tendenza a interpretare i segnali provenienti dal corpo e dalla realtà esterna come catastrofici innescando una reazione d’ansia che diventa incontrollabile, oppure vi sono alcune sostanze come l’anidride carbonica o la colicistochinina in grado di indurre l’Attacco. Sono ormai noti i meccanismi neurofisiologici implicati in questo disturbo. I segnali provenienti dagli organi di senso raggiungono prima il talamo, poi l’amigdala. Se questa riconosce lo stimolo come pericoloso, attiva il sistema nervoso simpatico. Questa attivazione è responsabile della comparsa dei sintomi somatici. Successivamente la corteccia prefrontale può intervenire sul circuito primitivo della paura e adeguare le reazioni alle situazioni di pericolo.
Diagnosi
La diagnosi del Disturbo di Panico deve essere accurata e può essere formulata solo dopo l’esclusione di patologie di natura somatica. È ormai chiaro che la terapia combinata con farmaci ansiolitici ed antidepressivi (in particolare ad azione sulla serotonina) associata ad una psicoterapia cognitivo comportamentale è la via più valida per risolvere questo disturbo.
Come si cura
A queste terapie possono essere aggiunte terapie somatiche riabilitative; esiste infatti un’alterazione dimostrabile della fitness fisica nei pazienti che soffrono di DP. L’allenamento fisico aerobico sembra essere centrale nel garantire un apporto significativo ai benefici dell’approccio terapeutico. La cronicizzazione del disturbo è legata non tanto alla resistenza del panico ai trattamenti quanto alla frequente somministrazione di cure inadeguate e insufficienti. Quando si applicano le linee guida nella scelta della terapia, il successo della stessa è garantito in quasi tutti i casi.