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Le giornate primaverili si stanno avvicinando e per i soggetti allergici l’imperversare dei pollini può essere particolarmente fastidioso. Dati alla mano attestano che oggi in Italia, come negli altri paesi occidentali, una persona su cinque soffre di allergie in particolare di tipo respiratorio.

La rino-congiuntivite è la patologia più comune legata nel 30-40% dei casi ad altre comorbidità, come ad esempio asma bronchiale, rino-sinusite, otite le quali possono aggravare il quadro clinico rendendolo più complesso e quindi difficile da gestire da parte del medico. Essa inoltre altera significativamente la qualità della vita dei pazienti, il rendimento scolastico con effetti negativi sull’apprendimento e quella lavorativa. Negli Stati Uniti è infatti la seconda causa di assenteismo da lavoro. I tipici sintomi fastidiosi della rinite allergica sono: starnuti, naso che gocciola, prurito agli occhi e al naso che in primavera, in coincidenza con i picchi pollinici, hanno il periodo di sua massima espressione. Negli ultimi anni si è registrato un aumento esponenziale dei casi di allergia tanto che questo fenomeno viene ormai definito epidemico. Le malattie allergiche sono molto più presenti nella popolazione generale rispetto a 20-30 anni fa e centinaia di studi scientifici ed epidemiologici hanno ormai confermato tale trend in aumento nelle popolazioni del Vecchio e Nuovo Continente.

Il nostro paese non si discosta da questa realtà. Attualmente la prevalenza delle allergopatie respiratorie in Italia è stimata intorno al 10-20%, in armonia con la maggior parte dei paesi europei. In particolare la rinite allergica da polline in certe fasce di età come quella adolescenziale raggiunge una prevalenza anche del 30-40%. Tale aumento è da attribuirsi prevalentemente all’imporsi di nuovi stili di vita con miglioramento delle condizioni igieniche, alle campagne di vaccinazione che hanno portato alla riduzione delle infezioni più comuni. Tali cambiamenti hanno condizionato e modificato la risposta del sistema immunitario, nella prima infanzia, facilitando la comparsa delle malattie allergiche. Anche la sempre maggiore esposizione agli inquinanti atmosferici prodotti dal traffico auto veicolare e i cambiamenti climatici possono avere un ruolo favorente.

Con le temperature più alte di qualche grado rispetto alle medie stagionali si è notato un incremento delle concentrazioni polliniche con sintomatologia più rilevante e prolungata nel tempo. La cosiddetta “marcia allergica” inizia in età infantile con la comparsa di dermatite atopica, associata o meno ad allergia alimentare, e spesso prosegue con il manifestarsi di sintomi di tipo respiratorio (rinite ed asma bronchiale) legati ad allergeni inalanti stagionali e/o perenni. La rinite e la congiuntivite allergica sono patologie sotto diagnosticate e trattate in maniera incongrua nel 50% dei casi; necessitano viceversa di un’accurata diagnosi da parte dello specialista allergologo che sarà in grado quindi di predisporre un adeguato piano terapeutico preventivo e sintomatico. Le malattie allergiche se non identificate o curate male possono comportare un aggravamento delle stesse con ripercussioni sullo stato di salute e sulla qualità di vita. È quindi necessario rivolgersi allo specialista o in primis al proprio medico di famiglia, che sarà in grado di indicare al paziente gli approfondimenti e gli specialisti adatti al proprio caso per effettuare le classiche prove allergologiche cutanee e gli eventuali test allergologici sul sangue. La consulenza specialistica è importante per offrire al paziente, sulla base delle sue esigenze, una terapia con antistaminici di seconda generazione e/o steroidi topici nasali e minimizzare i possibili effetti collaterali che possono esserci. L’allergologo ha poi la possibilità, qualora ne riscontri la necessità, di indicare al paziente l’immunoterapia specifica (“vaccino”) che può essere somministrata per via sublinguale. Attualmente sono disponibili dei prodotti ben standardizzati sia nella composizione che nel dosaggio e possono essere anche prescritti gratuitamente al paziente attentamente selezionato dallo specialista. Ci sono molti miti da sfatare in ambito allergologico, soprattutto per quanto riguarda la rinite allergica e il suo trattamento. Il paziente molto spesso utilizza dei farmaci in maniera autonoma o consigliati da parenti o amici dando come risultato il fatto che spesso tale patologia viene sottovaluta e curata in modo non adeguato e con farmaci non appropriati. Infatti, alcuni prodotti anche “da banco” se non gestiti in maniera adeguata possono essere responsabili di effetti collaterali anche di particolare gravità. Da ciò l’importanza del ruolo dello specialista allergologo, l’unico che con le sue competenze è in grado di personalizzare la terapia per il singolo paziente, valutando ogni opportunità di terapia sintomatica e preventiva. A tale proposito va ricordato che la rinite allergica è considerata un fattore di rischio per lo sviluppo di asma bronchiale per cui il trattamento ottimale può evitare tale pericolo.