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Il decadimento cognitivo è un processo naturale dell’invecchiamento per il quale si assiste ad una diminuzione delle capacità cognitive rispetto al loro normale funzionamento.

Sono numerosi i fattori che oltre all’invecchiamento possono essere implicati nell’insorgenza del decadimento cognitivo e fra questi gli stili di vita (come l’abitudine al fumo, il consumo eccessivo di alcol, una alimentazione non equilibrata), le malattie (quali l’ipertensione, diabete, obesità, depressione, ipercolesterolemia) oppure anche fattori ambientali (isolamento sociale e assenza di stimoli cognitivi). Il decadimento cognitivo può variare da lieve a grave e può coinvolgere una serie di funzioni cognitive, tra cui memoria, attenzione, linguaggio, pensiero e capacità di risolvere problemi. Il Mild Cognitive Impairment (MCI), a differenza del decadimento cognitivo, non è una condizione generica ma una condizione clinica ben definita che rappresenta uno stato intermedio tra il normale invecchiamento cognitivo e la demenza vera e propria (come, ad esempio, la malattia di Alzheimer). Le persone con MCI hanno un declino cognitivo che è più pronunciato rispetto al normale invecchiamento, ma non è così grave da soddisfare i criteri per una diagnosi di demenza. Possono sperimentare problemi di attenzione, apprendimento, memoria, linguaggio, percezione motoria e intelligenza sociale che influenzano le loro attività quotidiane, ma tali difficoltà non sono così gravi da compromettere significativamente l’indipendenza. Il MCI può rimanere stabile, regredire alla normalità oppure evolvere in demenza. Secondo uno studio condotto dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), in Italia vi sono circa 900 mila persone affette da MCI e circa 1 milione affette da demenze ma tali cifre sono previste in forte aumento nei prossimi anni.

Importanza della diagnosi precoce e approccio di gestione multimodale
Individuare per tempo i sintomi del MCI è fondamentale per poter attuare misure preventive e terapeutiche in grado di rallentare e ridurre la possibile evoluzione in demenza e mantenendo integre il più a lungo possibile le funzioni cognitive. In quest’ambito i Medici di Medicina Generale (MMG) ricoprono un ruolo cruciale, data la loro conoscenza del paziente e dei suoi familiari, poiché hanno la possibilità di cogliere per tempo i primi i segnali di allarme del disturbo (cognitivi e/o comportamentali), di individuarli mediante test cognitivi e valutazioni neuropsicologiche e, se del caso, di avviare interventi terapeutici. Per quanto riguarda il trattamento, attualmente non ci sono farmaci specificamente approvati per il trattamento del Mild Cognitive Impairment (MCI) pertanto è necessario ricorrere ad un approccio gestionale multimodale che affianchi ad uno stile di vita salutare, specifiche terapie cognitive e integrazioni nutrizionali. Su quest’ultimo punto, studi clinici rigorosi e per lo più indipendenti hanno dimostrato l’efficacia di alcuni nutrienti attivi nel migliorare la funzione neuronale e contrastare, quindi, il declino cognitivo.

Ruolo dei nutrienti attivi per il contrasto del MCI e in prevenzione
Quando il cervello è in condizioni di sofferenza, utilizza per produrre energia i corpi chetonici che sono sintetizzati a partire dagli acidi grassi a catena media (Medium Chain Triglycerides o MCT) (1). In uno studio (2) recente, in cui a due gruppi differenti di pazienti con MCI sono stati somministrati MCT o placebo, si è visto come in 6 mesi il gruppo che ha assunto gli MCT ha registrato un miglioramento della cognitività a carico della memoria, del linguaggio e delle funzioni esecutive, mostrando che livelli più alti di corpi chetonici corrispondono a migliori performance cerebrali. Pertanto, un dosaggio giornaliero ottimale di MCT è consigliato per il contrasto del MCI. Altre sostanze di rilievo sono la Colina e gli Omega-3 (DHA ed EPA). Gli effetti della Colina sono correlati con le modifiche nella metilazione degli istoni e del DNA nel cervello e con le alterazioni nell’espressione dei geni che codificano per proteine importanti per l’apprendimento e l’elaborazione della memoria. In particolare la Colina bitartrato appare essere una delle formulazioni che favoriscono maggiore biodisponibilità. Inoltre è noto come essa sia un nutriente essenziale per l’uomo in quanto precursore dei fosfolipidi di membrana nel neurotrasmettitore acetilcolina. Sono numerose le evidenze sperimentali su animali e sull’uomo relative ai benefici di un dosaggio ottimale di Colina sul danno a livello del sistema nervoso centrale e sulla prevenzione del decadimento mentale. Per quanto riguarda gli Omega-3 la qualità del prodotto sarà relativa alla fonte primaria di approvvigionamento dei medesimi e la certezza che tutto venga da una fonte naturale e possibilmente unica. Uno studio clinico (3) pubblicato nel 2020 condotto per 36 mesi su soggetti con MCI, che potrebbero sviluppare una franca demenza, ha dimostrato che la somministrazione di Omega-3 (DHA e EPA) insieme a Colina è in grado di portare a sintesi di nuove membrane neuronali e quindi a un miglioramento della performance cerebrale, contrastando questo fenomeno. Dal punto di vista cognitivo è risultato che a 36 mesi dalla somministrazione di Omega-3 e Colina si è registrato nei pazienti una riduzione di velocità del declino cognitivo di 18 mesi. Oltre a ciò, uno studio (4) randomizzato, doppio cieco, controllato vs placebo del 2021 condotto su soggetti di età dai 65 anni in su e cognitivamente integri ha dimostrato che la somministrazione per 24 mesi di DHA ed EPA, unitamente a vitamine A ed E, porta ad un miglioramento della working memory. Questo evidenzia come, in funzione di diversi dosaggi ottimali, tali nutrienti attivi possano essere impiegati oltre che nel contrasto del MCI anche in prevenzione nelle situazioni a più alto rischio. Inoltre il cervello ha bisogno anche di vitamine poiché sono dei co-fattori che garantiscono che venga prodotta l’energia adeguata e velocizzano la sintesi di nuove membrane plasmatiche. Infatti, il complesso multivitaminico costituito da vitamina C, E e vitamine del gruppo B, favorisce una potente azione antiossidante a livello della cellula neuronale (5). In particolare la vitamina C favorisce la riduzione dello stress ossidativo a livello del citoplasma della cellula; la vitamina E, che è liposolubile, favorisce l’integrità della membrana plasmatica; infine, le vitamine del gruppo B (B1, B2, B5, B6, B12 e acido folico) sono fondamentali affinché l’organismo riesca a ridurre i livelli plasmatici dell’omocisteina, sostanza tossica per i neuroni che peggiora il declino cognitivo già in essere. Uno studio (6) del 2023 randomizzato e controllato su un ampio numero di soggetti anziani cognitivamente integri condotto con l’impiego di un multivitaminico assunto per 36 mesi su base giornaliera ha dimostrato, rispetto al placebo, di migliorare la memoria evidenziando così l’importanza dell’utilizzo di un dosaggio ottimale di questi nutrienti attivi anche in prevenzione per il mantenimento della salute cognitiva in età avanzata. Tra le altre la vitamina D in particolare merita un approfondimento. Infatti, in un studio (7) del 2023 si sono analizzati nel tempo gli apporti di questa vitamina su un ampio numero di pazienti mostrando l’effetto che quest’ultima aveva sullo sviluppo di demenza: rispetto al gruppo di controllo che non aveva assunto vitamina D, coloro che l’avevano assunto hanno visto ridursi il rischio di demenza del 40%, evidenziando quindi l’importanza dell’utilizzo di dosi ottimali di questa sostanza anche in prevenzione. In conclusione, quindi, si può affermare che, sebbene al momento non esista una terapia farmacologica specifica per il trattamento del Mild Cognitive Impairment (MCI), l’utilizzo di nutraceutici di alta qualità, unitamente ad uno stile di vita sano, permette di preservare la salute mentale ed il benessere nell’invecchiamento. Naturalmente, data la numerosità dei nutrienti attivi citati, al fine di avere una corretta assunzione da parte del paziente dovranno essere suggeriti quei prodotti che oltre ad avere una completezza di ingredienti dei quali sfruttare gli effetti sinergici, facilitino la compliance grazie ad una formulazione solubile in liquidi (caldi o freddi) e alla gradevolezza del gusto che nasconda inoltre il tipico odore degli Omega3. Prodotti di questa natura avranno quindi la caratteristica di essere pharma-grade rappresentando così uno strumento in più a disposizione del Medico di Medicina Generale sia in fase di prevenzione sia per contrastare il MCI.

Bibliografia:
1. Cunnane SC, Courchesne-Loyer A, St-Pierre V, Vandenberghe C, Pierotti T, Fortier M, Croteau E, Castellano CA. Can ketones compensate for deteriorating brain glucose uptake during aging? Implications for the risk and treatment of Alzheimer’s disease. Ann N Y Acad Sci. 2016 Mar;1367(1):12-20. doi: 10.1111/nyas.12999. Epub 2016 Jan 14. PMID: 26766547.
2. Mélanie Fortier, Christian-Alexandre Castellano, Valérie St-Pierre, Étienne Myette-Côté, Francis Langlois, Maggie Roy, Marie-Christine Morin, Christian Bocti, Tamas Fulop, Jean-Philippe Godin, Carla Delannoy, Bernard Cuenoud, Stephen C. Cunnane, A ketogenic drink improves cognition in mild cognitive impairment: Results of a 6-month RCT, 26 October 2020
3. Hilkka Soininen, Alina Solomon, Pieter Jelle Visser, Suzanne B Hendrix, Kaj Blennow, Miia Kivipelto, Tobias Hartmann, the LipiDiDiet clinical study group, 36-month LipiDiDiet multinutrient clinical trial in prodromal Alzheimer’s disease, 13 September 2020
4. Rebecca Power a, John M. Nolan, Alfonso Prado-Cabrero, Warren Roche, Robert Coen, Tommy Power, Ríona Mulcahy, Clinical Nutrition, “Omega-3 fatty acid, carotenoid and vitamin E supplementation improves working memory in older adults: A randomised clinical trial”, December 2021
5. Laura D. Baker, Joann E. Manson, Stephen R. Rapp, Howard D. Sesso, Sarah A. Gaussoin, Sally A. Shumaker, Mark A. Espeland, Effects of cocoa extract and a multivitamin on cognitive function: A randomized clinical trial, 14 September 2022
6. Lok-Kin Yeung, Daniel M. Alschuler, Melanie Wal, Heike Luttmann-Gibson, Trisha Copeland, Christiane Hale, Richard P. Sloan, Howard D. Sesso, JoAnn E. Manson, Adam M. Brickman, American Journal of Clinical Nutrition, “Multivitamin Supplementation Improves Memory in Older Adults: A Randomized Clinical Trial”, May 2023
7. Maryam Ghahremani, Eric E. Smith, Hung-Yu Chen, Byron Creese, Zahra Goodarzi, Zahinoor Ismail, Vitamin D supplementation and incident dementia: Effects of sex, APOE, and baseline cognitive status, 01 March 2023