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Di vaccini negli ultimi mesi si è parlato tanto. La discussione nata dall’estensione dell’obbligo di vaccinazione contro dieci malattie ha forse fatto perdere di vista il punto cruciale della questione: i vaccini dell’infanzia sono importanti per la salute dei nostri bambini. E non solo quelli obbligatori. Il calendario vaccinale dell’infanzia, infatti, prevede una sequenza precisa di vaccinazioni che sono il risultato di attente considerazioni scientifiche.
A partire da quest’anno, su tutto il territorio nazionale, è stato lanciato il nuovo Piano della Prevenzione vaccinale. Si tratta del programma vaccinale fra i più completi d’Europa in termini di offerta vaccinale. Un’opportunità di salute per i nostri bambini. Nel Piano, oltre alle vaccinazioni che sono state poi incluse nel decreto sull’obbligo vaccinale, sono infatti previste altre importanti vaccinazioni dell’infanzia come quella contro il pneumococco, il meningococco B e C ed il rotavirus.
Grazie all’utilizzo di vaccini combinati, la protezione contro tante malattie può essere completata con il minimo disagio per il bambino che può completare il calendario con otto visite dal pediatra nei primi 15 mesi di vita.
Molti genitori, davanti ad una offerta vaccinale così importante, restano perplessi e spesso si pongono le solite domande: “Ma questi vaccini non saranno troppi?”, “Ma perché vaccinarli quando sono così piccoli?”. Domande legittime a cui è importante rispondere.
I vaccini dell’infanzia non sono troppi. Quando un bambino riceve un vaccino, quello che “vede” il suo sistema immunitario non è il numero di malattie verso cui si sta vaccinando, ma il numero di antigeni contenuti nel vaccino. L’antigene è una sostanza (una proteina generalmente) in grado di suscitare nel sistema immunitario la produzione di una risposta difensiva che si esprime con la produzione di anticorpi specifici. Il sistema immunitario del bambino, fin dalla nascita, “vede” ogni giorno migliaia di antigeni diversi. Venendo a contatto con il mondo esterno il suo sistema immunitario è sollecitato ogni momento dall’incontro con i microbi che lo circondano. Un singolo batterio contiene, da solo, da centinaia a migliaia di antigeni differenti. I vaccini che si utilizzano oggi sono spesso costituiti da pochi antigeni purificati: non contengono microbi interi, ma solo piccole componenti dei microbi originali. Il vaccino esavalente, per esempio, che protegge con una sola iniezione contro sei pericolosissime malattie (difterite, tetano, pertosse, poliomielite, malattie da emofilo ed epatite B), contiene poche decine di antigeni. Considerando che in teoria il sistema immunitario di un bambino potrebbe rispondere contemporaneamente a migliaia di antigeni diversi, la somministrazione di un vaccino esavalente non rappresenta certo un problema.
Ma perché iniziare la vaccinazione a due mesi? A quell’età il neonato non è già protetto dagli anticorpi materni? Anche qui la risposta è piuttosto semplice.
Come si è detto, il calendario dell’infanzia è il risultato di attente considerazioni scientifiche. Non è un caso che in tutto il mondo le vaccinazioni si facciano allo stesso modo. Alcune malattie per cui il bimbo si vaccina sono particolarmente pericolose proprio nei primi mesi di vita: pertosse, malattia da emofilo, da pneumococco, da meningococco B, da rotavirus sono particolarmente gravi se contratte nei primi mesi. Per altre, la vaccinazione deve essere comunque avviata quanto prima possibile perché comunque la protezione completa avverrà solo a calendario completato, quando cioè saranno stati eseguiti tutti i richiami previsti. È il caso di tetano, difterite, polio, epatite B, malattie per cui comunque la protezione è indispensabile appena il bambino entra in contatto con il mondo esterno. Unica eccezione viene fatta per i vaccini virali contro morbillo, parotite, rosolia e varicella. Il vaccino contro queste quattro malattie (MPRV) si somministra a partire dall’11-12mo mese. Prima di quell’età, infatti, eventuali anticorpi materni potrebbero interferire con la vaccinazione, trattandosi di un vaccino costituito da virus vivi attenuati. A proposito di anticorpi materni, va chiarito che questi anticorpi, se presenti, non sono comunque in grado di proteggere il neonato contro l’attacco di un microrganismo selvaggio.
Approfittiamo, dunque, dell’offerta del Piano della Prevenzione vaccinale e facciamolo con tutta serenità nell’unico interesse dei nostri bambini.