In un periodo di grande accelerazione sociale e trasformazione digitale il mondo della sanità è senz’altro uno dei protagonisti dell’innovazione tecnologica ed organizzativa. Una tale dinamica di cambiamento può essere vissuta reattivamente o proattivamente, a seconda del grado di consapevolezza e responsabilità dei singoli attori dello scenario. In linea con i concetti espressi da Voros nel suo cono dei Futuri, oggi possiamo decidere se subire i trends, o se costruire un Futuro preferito o preferibile. Parlando di Salute e di Sanità, sarebbe auspicabile la seconda soluzione, al fine di proteggere il sistema dalla spinta dei forti interessi economici che stanno dietro a questa modernizzazione. Se vogliamo che l’innovazione diventi progresso, occorre consapevolezza, spirito critico e forte senso di realtà e responsabilità.
Le nuove generazioni
Quali Generazioni saranno protagoniste di questo Scenario Human-Tech? Senz’altro le due generazioni di Millennials (nati tra il 1980 ed il 1995) e Generazione Z (nati dopo il 1995). Queste due generazioni sono già entrate come protagoniste nella Sanità e costituiscono oggi già il 30% degli iscritti Fnomceo in Italia. Oggi i Millennials costituiscono senz’altro la maggioranza di questa quota, mentre la Generazione Z sta entrando rapidamente nei ruoli attivi della struttura sanitaria, coprendo da subito compiti assistenziali di grande responsabilità. In questo anche i tempi di maturazione professionale si sono ridotti moltissimo, considerato che rispetto al fine secolo scorso, il giovane medico aveva tempo di praticare gradualmente prima di sostenere un impatto assistenziale rilevante. Oggi non è più così, e spesso, per motivi di carenze di organico ospedaliere o di disponibilità di profili per la Medicina Generale, il giovane medico viene direttamente catapultato in una realtà impegnativa, sfidante e carica di responsabilità. Una delle più frequenti discussioni attuali riguarda il cambiamento generazionale e molti commentano una diversità di profili di personalità e valoriali. E’ davvero così? In uno studio effettuato il Italia dall’Istituto Piepoli si è cercato di dare un’idea su ciò che esprimono queste nuove generazioni e come possono essere protagoniste di questa trasformazione assistenziale. Secondo queste rilevazioni emergono tratti caratteristici peculiari per i Millennials e la Generazione Z e nello stesso tempo esistono anche tratti condivisi.
Millennials
Questa Generazione sembra composta da persone centrate su sé stesse, idealiste, aperte ed avventurose, che esprimono un forte desiderio di innovazione. Sono persone portate alla collaborazione, sono corrette e leali, ed hanno forti aspettative nel ricevere attenzione e riconoscimento. Mediamente utilizzano almeno 3 dispositivi, e sono portati ad una esperienza visivo-testuale: danno importanza sia alle immagini, sia ai testi elaborati. Dal punto di vista della sensibilità sociale, lasciare un impatto positivo sulla società e sull’ambiente, apprezzano:
- ogni “segno” di cambiamento e miglioramento;
- la creazione di idee, prodotti e servizi innovativi;
- il migliorare la vita delle persone;
- creare posti di lavoro e sviluppare opportunità di carriera;
- enfatizzare l’inclusione negli ambienti di lavoro e considerare sostenibilità e diversità.
Prendono posizione con ispirazione, innovazione e comunicazione organica, in modo autentico. Proteggono la propria riservatezza con decisione. Il loro lato idealista prende posizione su questioni rilevanti per la società e dimostra nella pratica di agire in modo da lasciare un segno tangibile di cambiamento e miglioramento per il pianeta.
Generazione Z
Questa Generazione è composta da nativi digitali per eccellenza. La loro rapidità di interazione, allenata da stimoli per lo più visivi, accelera i processi di comunicazione e di presa di decisioni. Gli esponenti della Generazione Z sono valutatori rapidi e proattivi. Anche questa generazione è spinta da spirito creativo, anche se in modo diverso dalla precedente. Infatti, mentre i Millennials accettano il rischio come parte della propria sfida, la Generazione Z è più pragmatica e imprenditoriale. Desidera fare la differenza con la minima esposizione al rischio, pur mantenendo flessibilità e potente capacità di networking (dispone mediamente di 5 dispositivi digitali). Per questa generazione l’esperienza digitale è ancora più impattante e pervasiva, come anche recentemente rilevato da uno studio di Mc Kinsey, dove le generazioni a confronto dimostrano diversi gradi di influenza dei social sulle decisioni individuali: 6% baby boomers, 13% generazione X, 25% Millennials e quasi il 40% per la Generazione Z. In generale la Generazione Z vuol fare la differenza ed apprezza:
- comunicare visivamente a diversi sub-target, attraverso molteplici dispositivi.
- “Keep it short!”: andare dritti al punto comunicando la propria proposta di valore
- stimolare la loro curiosità intraprendente
- personalizzazione dei servizi
- Community: connettere il pubblico attraverso attività collaborative e live-streaming
- ispirare questo target con cause sociali veramente rilevanti (meno sogni, più realtà)
- dare istruzioni e costruire competenze.
In definitiva, la rapidità comportamentale porta alla semplificazione ed all’andare diritti al punto in modo concreto pragmatico e privo di “abbellimenti”, che vengono percepiti come perdite di tempo e carenza di autenticità. Nell’elaborare i profili di queste due generazioni, vogliamo qui proporre una terza visione inclusiva, che possa esprimere la potenza reale di impatto dei nostri giovani, che scopriamo condividere alcuni tratti essenziali. In altre parole, se ci sono delle apparenti differenze di tratto comportamentale, esistono anche notevoli affinità, che potranno essere la base forte ed importante di un essere coprotagonisti nel futuro scenario sanitario.
Due generazioni a confronto
Come si può vedere nell’intersezione dei due insiemi, le generazioni in arrivo condividono moltissimo. Sono centrate, autentiche, spinte da curiosità e creatività a fare la differenza nel mondo. Sono capaci di collaborare, pur mantenendo la propria individualità, partecipando a networking e community. Sono sensibili alle cause sociali, all’inclusione ed alla diversità. Desiderano fortemente essere riconosciuti come persone ed essere rispettati nella loro privacy e nella personalizzazione delle loro esigenze e bisogni. Queste prerogative sono eccellenti nel poter affrontare lo scenario futuro ed attuale. E’ rilevante come, in un mondo generalmente superficiale ed accelerato, queste generazioni ricerchino e propugnino in modo forte e nello stesso tempo differenziato, forti valori umani ed umanistici. Questo tratto potrà essere prezioso per loro nel guidare la società attraverso una evoluzione che sia veramente progresso.
Gli scenari possibili ed il medico del futuro
A questo proposito l’NHS, L’Ente educazionale del Sistema Sanitario inglese, ha pubblicato recentemente un Report sul Futuro del Medico: i diversi scenari possibili. In seguito a diverse survey effettuate presso esperti e ricerche finalizzate a questo scopo, sono emerse 4 diverse ipotesi di Futuro probabile, con una diversa declinazione dell’evoluzione del rapporto Human-Tech. E’ facilmente immaginabile che la digitalizzazione, l’internet of things, i big data systems, i dispositivi indossabili e la medicina geneticamente personalizzata potranno essere grandi coprotagonisti del medico. Questo report ipotizza una sorta di gradiente di probabilità a seconda della prevalenza principale dell’effetto, positivo o negativo, di 4 dimensioni fondamentali:
- i Big Data Systems
- l’Internet of Things
- il fattore economico
- il fattore umano
Ne emergono 4 scenari diversi corrispondenti:
Futuro Big Tech
Importanti di ed impattanti scoperte nel machinelearning nel settore sanitario. I Big Data e la centralizzazione sono i grandi protagonisti. La massa di dati e di intelligence generata è semplicemente considerevole perché una persona possa gestirla. Lo sviluppo delle competenze mediche continua. Medici in posizioni di leadership quando si tratta dell’impiego di nuove tecnologie e dell’accettazione della loro introduzione. I medici continuano a “fare bene” in un mondo lavorativo complesso in cui il loro team è frammentato e si ritrovano a diventare esperti nel destreggiarsi tra i compiti degli altri.
Futuro di precisione
La condivisione dei dati su larga scala domina con l’Internet of Things (IoT) sanitario personalizzato. Molti sono preoccupati per le implicazioni etiche della sorveglianza. Crescita nella genomica e nella medicina di precisione. La maggior parte delle persone è disposta a condividere i propri dati. Protocolli di cura altamente individualizzati. Il ruolo del medico resta quello di guidare l’équipe sanitaria multidisciplinare. I medici hanno accesso a più dati che mai sui pazienti. Enormi progressi nella farmacogenomica. Vengono implementate tecnologie di modifica genetica.
Exodus future
Sostanzialmente un futuro di crisi economica e carenza di risorse, dove la tecnologia stenta ad affermarsi. La maggior parte dei progressi tecnologici nel settore sanitario non si sono mai concretizzati. Pochi specialisti e grandi ospedali. Le comunità locali costruiscono reti efficaci di autocura. Le sessioni di gruppo, guidate da professionisti locali e la “prescrizione sociale” sono la norma. Il medico deve fare affidamento sul supporto dei professionisti locali e ha un ruolo di coordinamento. Il medico deve sviluppare eccellenti capacità di leadership e comunicazione. Il medico deve dire “no”, poiché la domanda è costantemente superiore all’offerta. La produttività e la capacità di gestire i reclami è fondamentale
Futuro empatico
L’eccellenza dell’integrazione Human-Tech, guidata dall’Umanesimo Digitale. La tecnologia sanitaria si è sviluppata a ritmo sostenuto ed integrato con lo sviluppo personale ed individuale.I dispositivi indossabili sono all’ordine del giorno, con Big Data of Things (IoT) e Blockchain scansionati da algoritmi di big data systems. I medici sono ancora i guardiani dell’assistenza sanitaria. Compassione, comunicazione ed empatia rimangono fondamentali nel loro ruolo. Modello hub-and-spoke per l’assistenza sanitaria. Gli specialisti sono in grado di utilizzare la robotica. Con la partnership uomomacchina, i medici che hanno a che fare con una maggiore complessità, una grande quantità di informazioni e le elevate aspettative dei pazienti sono sempre più soggetti al burnout e necessitano di una evoluzione sistemica del proprio ruolo.
E’ probabile che il Futuro possa derivare da un diverso mix di questi possibili scenari. NHS individua volutamente e caratterizza 4 ipotesi di lavoro quale sorta di “stress-test” per il sistema sanitario. Il risultato prezioso è il profilo delle competenze utili per il medico del domani, che necessariamente andranno sviluppate proprio dai Millennials e dalla Generazione Z. Le nuove skills utili in tutti gli scenari possibili, e pertanto necessarie per affrontare da protagonisti il progresso sono le seguenti:
- Leadership
- Ruolo nel lavoro dei Team Multidisciplinari trasformati (MDT)
- Gestione del Cambiamento e Intelligenza Emotiva (Ie)
- Interpretazione dei Big Data e Comunicazione
- Valutazione e Giudizio Clinico Complessi
- Innovazione, Ricerca ed Educazione Sanitaria
- Modello flessibile lavorativo e Sanitario
- Gestione delle Risorse
Se proviamo ad incrociare la precedente profilazione delle Generazioni co-protagoniste di questa evoluzione, scopriamo che questa hanno già nelle corde alcuni di questi tratti necessari all’evoluzione ed alla sostenibilità del sistema sanitario. Cito ad esempio la gestione del cambiamento, la capacità di comunicare, l’innovazione, la sensibilità sociale e soprattutto un individualismo nutrito da ideali e principi di autenticità ed ambizione, che costituiscono un potenziale e formidabile nucleo per una nuova tipologia di Leaderhip. A questo punto la domanda è: se gli scenari possibili sono questi, e le nuove generazioni sono pronte ad affrontarli, il sistema formativo, educativo e trasformativo, sarà in grado di facilitare e guidare questa necessaria maturazione personale e professionale? Data la natura prevalentemente umanistica e manageriale delle nuove skills, quanto le scuole di medicina saranno pronte ad integrare queste componenti nel proprio modello formativo, rinunciando al nozionismo imperante degli ultimi anni? Quali altre figure potranno essere partner di questa importante sfida trasformativa? Le risposte a queste domande arrivano da moltissimi progetti evolutivi in essere. Sempre più oggi l’approccio deve poter essere sistemico e multidisciplinare, rompendo il muro dei silos corporativi. In un risveglio umanistico occorre recuperare discipline come la filosofia, la bioetica, la sociologia ed integrarle con le discipline tecniche. Dalla collaborazione di queste funzioni potrà emergere una nuova metodologia di acquisizione delle deep skills del medico dove anche l’Health Coach, come espressione pratica della filosofia applicata, potrà dare il proprio contributo competente di attivatore maieutico della evoluzione personale e professionale.