Aggiungi ai preferiti (0)
Please login to bookmark Close

Il reflusso gastroesofageo è un disturbo complesso in forte crescita anche a causa dello stress. È una condizione medica in cui la valvola che chiude l’entrata dello stomaco si apre spontaneamente, per periodi di tempo variabili, o non si chiude correttamente, permettendo quindi al contenuto dello stomaco la risalita verso la bocca attraverso l’esofago. Quando diventa un disturbo cronico, presentandosi sistematicamente più di due volte alla settimana, si parla di malattia da reflusso gastroesofageo.
L’incidenza della malattia da reflusso nella popolazione dei paesi industrializzati va dal 20 al 40% in gruppi di età compresi tra i 45 e i 64 anni con un aumento dell’incidenza oltre tale periodo di età. Anche tra i giovani si ha un forte aumento in questi ultimi dieci anni.
Le ragioni sono da ricercarsi negli stili di vita e nello stress, che giocano un ruolo tanto importante quanto gli altri fattori, come quelli anatomici, funzionali o la familiarità.

Quali sono i sintomi?
I più comuni sono rigurgito, pirosi (bruciore) e dolore retrosternale. A volte se il dolore è intenso e atipico si finisce in Ospedale per paura di una patologia cardiaca. Di recente abbiamo capito che in altre occasioni si ha tosse persistente e perfino dolore con asma, raucedine, erosione dei denti, otiti, laringiti, faringiti dipendenti sempre dal reflusso.

Come si fa la diagnosi?
Prima di tutto coi sintomi siamo a buon punto,  soprattutto fra i giovani. (diagnosi clinica).  Se i disturbi proseguono dobbiamo fare la gastroscopia che  ci spiega come è la mucosa dell’esofago , se vi sono segni di “infiammazione”, se presente l’ernia iatale ed eventuali complicanze. Ci sono poi esami di secondo livello o di approfondimento come la manometria esofagea, che consente di misurare con precisione la motilità dell’esofago e della valvola del cardias. Esiste anche un’altra indagine per capire l’eventuale origine del reflusso che è la pH-impedenziometria, esame che si esegue per 24 ore e ci dice l’entità, la composizione e l’estensione di malattia.

Quale terapia?
Molte persone vanno direttamente in farmacia e si autoprescrivono presidi farmaceutici naturali e non. Se stanno bene con questa terapia “fai da te” non arrivano neppure al medico di “famiglia”. Quelli che non riescono a stare bene seguono le indicazioni dei medici di medicina generale e degli specialisti- La terapia farmacologica è utile a combattere e limitare i danni che la risalita del contenuto acido dello stomaco può provocare all’esofago. I farmaci più in uso sono: gli antiacidi, gli alginati, l’acido ialuronico, gli anti H2 e gli inibitori di pompa protonica. Le modalità di somministrazione di tali medicinali dipendono dalla gravità e dalla persistenza dei sintomi: per sintomi infrequenti, sono sufficienti assunzioni non continuative; per sintomi con cadenza frequente, invece, sono fondamentali assunzioni cicliche e continue.

È utile la modifica dello stile di vita?
La vita di oggi a tutte le età ha un esubero di stress, di cibo, di modi di mangiare spesso erronei. I consigli sono una conseguenza di queste cattive abitudini. Nei soggetti obesi o in sovrappeso, la riduzione del peso corporeo attraverso l’attività fisica e un regime alimentare più sano che preveda di mangiare minori quantità. L’astensione dal fumo; soprattutto l’abolizione delle bevande gassate, delle bevande alcoliche e dei superalcolici; l’abolizione della cioccolata e della menta, specie prima di coricarsi; la limitazione dei cibi grassi ; infine, la riduzione al minimo del  caffè. Il pomodoro crudo, gli agrumi, la cipolla e le spezie vanno consumati con moderazione.
Sono tutti rimedi contro i fattori di rischio più diffusi della malattia da reflusso gastroesofageo. Il loro scopo è limitare i sintomi.
È buona norma limitare, in termini quantitativi, i tre pasti principali della giornata (colazione, pranzo, cena), per introdurre nella dieta spuntini. Non indossare abiti stretti a livello addominale. Sembra che indossare abitualmente vestiti che stringono l’addome favorisca il fenomeno del reflusso gastroesofageo. Sperimentare le tecniche di rilassamento, per far fronte allo stress. Lo stress è una condizione spesso associata agli episodi  di reflusso gastroesofageo. Dormire con la testa leggermente sollevata. Trova indicazione soprattutto tra coloro che soffrono di rigurgiti da reflusso gastroesofageo nel corso della notte.

Quali alimenti mangiare?
Si consiglia alimenti che sono di “facile digestione”, che non portano scorie al corpo, cibi naturali poco complessi.Tra questi i cereali, la frutta e la verdura fresche e di stagione come un tempo senza farsi prendere dai frutti belli ma provenienti dai paesi più vari. Occorre bere almeno 1,5 lt al giorno. Il latte e lo yogurt magri o parzialmente scremati, formaggi stagionati in particolare il grana, e pesce e preferibilmente carni bianche. È buona norma condire a crudo con olio extravergine d’oliva (EVO) e anche cuocere con poco dello stesso.
Buon appetito!!!