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La storia, la scientificità, il concetto di malattia – parte seconda

Scientificità

Va sottolineato che il metodo e la farmacologia omeopatica non sono cambiati dal 1796 ad oggi, poiché si basano su un principio della natura. Solo negli ultimi anni, però, si è riusciti a chiarire il meccanismo di azione del farmaco omeopatico, grazie ai risultati di un nuovo ramo di ricerca: la ricerca Omotossicologica, cioè di fattori velenosi per l’uomo (omotossine).

Il termine OMOTOSSICOLOGIA deriva essenzialmente dal concetto di omotossina introdotto da Reckeweg col quale egli intendeva “qualsiasi molecola esogena o endogena in grado di mediare un danno a livello cellulare organico e tissutale”. Reckeweg ha introdotto, inoltre, il concetto fondamentale di MEDICINA BIOLOGICA in cui l’aggettivo biologico intende il significato di “conforme alla natura” e quindi alle sue leggi.

La scienza omotossicologica parte dal presupposto che tutti i processi vitali avvengono con trasformazioni chimiche. Pertanto è importante identificare quei principi chimici che, in caso di malattia, sono identici ai veleni che hanno portato alla manifestazione patologica. Le malattie, semplificando, non sono altro che l’espressione della lotta dell’organismo contro tossine per renderle innocue e poi espellerle. L’organismo può vincere o anche perdere questa battaglia, in ogni caso quei processi che noi chiamiamo malattia non sono altro che utili funzioni biologiche, tendenti alla difesa contro i veleni, finalizzate cioè alla disintossicazione naturale. L’organismo cerca sempre di compensare i danni subiti e che non era riuscito a neutralizzare. È risaputo che la febbre, per esempio, non è affatto una reazione senza scopo, ma è segno di intensificata attività immunitaria (Hoff). Omotossicologicamente tutti i sistemi difensivi dell’organismo sono interpretabili alla luce della psico-neuro-endocrino-immunologia (PNEI) al cui insieme si è dato il nome di “Sistema della Grande Difesa”.

L’omotossicologia ha identificato sei diversi gradienti di danni tossici in cui sono interessati gli enzimi cellulari, resi più o meno inabili ad espletare le proprie funzioni. Da un lato vi è una tossina che provoca manifestazioni patologiche (malattie), dall’altro si trova il farmaco omeopatico, che induce manifestazioni patologiche simili.

Questo meccanismo di azione può essere spiegato accennando al meccanismo della vaccinazione, in cui ad esempio si inocula piccolissime quantità di virus ucciso o attenuato che proteggerà poi contro lo stesso virus. Risulta evidente che il rimedio omeopatico sarà tanto più efficace quanto più simile alla tossina che provoca la malattia. È questo il fondamento scientifico dell’omeopatia. In caso di gravi danni ai sistemi difensivi (cancro) l’azione del rimedio omeopatico può non essere rilevante poiché manca il bersaglio su cui indirizzare il farmaco.

In conclusione si può affermare che il farmaco omeopatico non solo elimina i sintomi, ma riduce principalmente in maniera drastica la situazione tossica alla base della malattia. Gli effetti della terapia omeopatica ed omotossicologica sono pertanto dei veri e propri impulsi verso la guarigione basati sulla disintossicazione.